Nemesis: solo se venerate molto Asimov

Siete appassionati di fantascienza, e Isaac Asimov è il gigante che ha modellato parte del vostro immaginario. Vi imbattete in Nemesis, e lo iniziate a leggere perché la trama vi sembra avvincente, o perché stampato a caratteri cubitali, sopra o sotto il titolo, ci sta il nome dell’autore. Qui però siamo lontani anni luce (notare l’azzeccatissima metafora) dalla forza narrativa e stilistica che contraddistingue i migliori romanzi di Asimov.

Nemesis
Prima edizione del romanzo, 1989

Disgustata dal sovraffollamento della Terra, una Colonia, enorme astronave autosufficiente, decide di avventurarsi nello Spazio verso una nuova stella appena scoperta: Nemesis, la cui esistenza viene tenuta nascosta per timore di una fuga di massa. Nemesis, infatti, è in rotta di collisione con il Sistema Solare, e il suo passaggio distruggerà la Terra. Attorno alla nuova stella orbita un gigante gassoso, e attorno a questo Eritro, un pianeta vagamente minaccioso, da cui Marlene Fisher, adolescente dotata di poteri psichici, si sente attratta. Il confronto con la vita aliena, scarsamente presente in Asimov, si manifesta timidamente nel racconto, ma mantenendo sempre la veste di una minaccia controllabile, mai in concorrenza con l’uomo.

La trama, condensata in queste pochissime righe sembra avvincente, ma il libro è noioso: 350 pagine di cui la metà sono dialoghi in cui Marlene cerca di convincere sua madre a farle fare quello che vuole, e la madre cerca di convincerla a non farlo, e tutti si convincono a vicenda e convincono Marlene a fare o non fare qualcosa. Tutti si trovano sempre nel momento giusto al posto giusto, e hanno le intuizioni giuste e arrivano esattamente nell’istante in cui servono.

Nemesis sarebbe potuto benissimo essere un lungo racconto di un centinaio di pagine al massimo, ma è diventato, per sua sfortuna, un libro: tutte le (poche) idee innovative che potete trovare in Nemesis sono diluite e sporcate dall’infinita ripetitività del racconto.

 

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